Interviste

Laura

Mi chiamo Laura ho 63 anni, sono nata a Bergamo ed abito ad Alzano Lombardo. La mia passione è il canto, il mio obbiettivo è vivere una vita serena. Per chi non mi conosce, lascio che gli altri mi conoscano per quella che sono. Al primo impatto di una nuova persona, noto la simpatia. Non vorrei cambiare nulla della mia vita, lascerei tutto com’è. Il mio desiderio più grande è vedere i miei figli felici e realizzati. Sono contenta di ciò che ho e spero, in un futuro, di mantenere le soddisfazioni piccole, specialmente nel canto. Ho molta paura della sofferenza. La mia situazione di non vedente la vivo molto serenamente. La mia personalità e il mio coraggio sono parte della mia testardaggine. Uno degli episodi belli della mia infanzia è quello quando ero bimba, quando canticchiavo affianco al mio papà che suonava la fisarmonica. Io vivo sola, però i miei figli per me ci sono sempre, come io per loro. Ostacoli nella vita ne ho superati parecchi, dalla perdita della mamma a 13 anni, crescere 3 figli nel modo più giusto possibile e infine separarmi dalla mia famiglia dopo 30 anni. Gli amici sono amici e basta, grazie a loro vivo una vita serena e gioiosa . La vita mi ha dato opportunità di viverla non sempre con serenità, ma comunque nella normalità il più possibile. Il mio problema di vista è una retinite pigmentosa, questo dalla nascita, e ho sempre visto poche luci e ombre.
Mi ritengo fortunata perché secondo me il problema della vista è il minore dei mali, certo ho parecchi limiti ma li accetto per quello che sono. Ringrazio di essere in questa vita. La vita mi ha tolto la mamma troppo presto, però mi ha anche dato tre meravigliosi figli. I sogni sono tanti… l’importante è non tenerli chiusi in un cassetto!

Katia

Mi chiamo Katia, ho 48 anni e sono nata e vivo in provincia di Venezia. Le mie passioni? Bè, mi piace molto la musica a 360 gradi, quindi musica classica in particolare Chopin, pop, rock, funky, anche l’heavy metal; mi piace il ballo, avevo imparato a ballare il tango e mi piaceva ballare i latino-americani; mi piace leggere; mi piacciono le lingue straniere, parlo abbastanza bene l’inglese e parlicchio lo spagnolo e il francese, e adesso ho ripreso a studiare il tedesco, impresa direi piuttosto ardua ma a me piacciono le sfide. Io ho una grande capacità di ascoltare, sono sempre stata il “prete confessore” delle mie amiche, dei miei familiari, dei miei colleghi… forse la cosa appunto che io mi aspetto più di tutto dagli altri. I miei veri amici si possono contare sulla dita di una mano. Degli altri sicuramente la prima cosa che mi colpisce è la voce, può avere mille sfumature, quindi dire tutto e niente, le persone vanno conosciute. Forse la cosa che più cerco negli altri è appunto l’empatia, la capacità di ascoltare, di aprirsi, di accogliere.
A me non interessa se una persona è colta, non colta, ricca, povera, no… a me interessa il cuore delle persone, e questa è l’unica cosa che cerco. La cosa che sicuramente più manca… la mia indipendenza, libertà. Andare in un negozio da sola, andare a fare una passeggiata da sola, cioè questa è la cosa che più mi manca: non per il fatto che non vedo, ma per il fatto che comunque ho bisogno di aiuto per qualsiasi spostamento, infatti diciamo che prevalentemente uso la carrozzina.
Nel mio tra virgolette “buio” mi muovo abbastanza tranquillamente, liberamente. Ho avuto la fortuna di poter vedere i colori fino agli otto anni. Per me i colori sono il tramite tra noi e l’universo, l’infinito. Io quando vedevo adoravo i colori, adoravo proprio il colore, la bellezza dei fiori, la bellezza della natura forse questa è la cosa che più mi manca di quando vedevo. Quando voglio rilassarmi, quando voglio sentirmi tranquilla, serena, immagino l’azzurro, o il blu, o il viola, che sono i colori che mi hanno sempre colpita da vedente. Mai mi appoggerei agli altri… come sono mi vado bene, anche con i miei difetti, con i miei tanti difetti. Il mio obiettivo più grande è riuscire a trovare un equilibrio, un’armonia dentro di me, per vivere bene con me stessa e con gli altri, perché credo che l’armonia sia l’ingrediente base per poter vivere una vita serena.

Gabriele

Mi chiamo Gabriele, ho 43 anni, sono nato a Comacchio in provincia di Ferrara. Sono interessato a tutto ciò che non conosco. Diciamo che riassumendo la mia passione è vivere la vita. Approfondire la conoscenza sui meccanismi nascosti con cui funziona la mia mente, per non cadere in quei tranelli psicologici che generano sofferenza immotivata. Posso ritenermi fortunato, perché assolutamente sì sono un essere unico con un modo di pensare, di sentire, di provare, di geni, intuito, spiritualità, materie, corpo e pensiero. Qual è l’ostacolo più difficile che abbia superato? Nel 2008 ci furono un paio di episodi contemporanei nella mia vita: un fallimento sentimentale e la morte di mio padre. Fu un pericolo grosso, un pericolo per la mia stabilità emotiva. Però vista con gli occhi di poi è stata una benedizione perché mi ha permesso di scoprire delle cose su me stesso, che senza il motore della sofferenza, a quei giri, non avrei mai scoperto. Come vivo la mia situazione di non vedente o ipovedente? Intanto il termine “non vedente” non
mi piace per niente, io userei il termine “cieco”.
All’inizio è stato difficile, l’elaborazione è stata lunga, però una volta completata e trascesa, si può giungere a capire che la cecità è un punto di vista privilegiato per affrontare la vita. Quali opportunità ti ha dato la vita? Per chi o per che cosa vorresti dire… grazie alla vita? Le opportunità che mi ha dato sono quelle di stare vicino a persone intelligenti, sagge, aperte che mi hanno, letteralmente, tirato fuori dagli schemi dove sono nato, e posto più in alto: mi hanno regalato la capacità di vedere la vita con un angolo più aperto, rispetto al tempo e al luogo geografico che mi ha allevato, diciamo. Quindi per questo devo dire grazie ma anche per tutto, per il semplice fatto di
essere vivo. Devo dire grazie ai miei amici, e alle persone che mi sono state vicino… alla mia capacità anche di attrarre situazioni positive, circostanze ed eventi favorevoli e in risonanza con ciò che volevo fare.

Daniela

Mi chiamo Daniela, ho 24 anni, sono nata a Palermo. La mia passione più grande è quella del canto; il mio prossimo obiettivo… cantare in delle serate, ma anche di comporre degli album con brani inediti. Se devo presentarmi ad una persona che viene da molto lontano e non mi conosce, direi che sicuramente sono una persona
enerosa e gentile con tutti, sono amabile, ma so essere anche molto cattiva qualora mi si volesse far del male e so essere anche molto combattiva dov’è giusto che sia. Della mia vita non cambierei assolutamente nulla, tutti i sacrifici che ho fatto, tutti i problemi affrontati li riaffronterei, sempre per crescere e per maturare. Il mio desiderio più grande è quello di trovare sicuramente un lavoro che mi appaghi e che mi soddisfi, sicuramente il mio obiettivo primario è quello di trovarlo con la musica.
Il mio futuro lo immagino sempre pieno di salite, di problemi da affrontare, di sacrifici, di perplessità e di tortuosità enormi, però questo mi aiuterà sempre per rendere la mia vita migliore, in quanto mi aiuterà sempre a crescere, poiché affrontare i problemi aiuta a crescere, e a maturare e a cercare le strade migliori. Ho paura di rimanere sola, ho paura di non riuscire a raggiungere nessuno dei miei obiettivi, ho paura di non trovare lavori appaganti, ho paura di tradire la mia famiglia. La mia situazione di non vedente la vivo adesso in maniera normale, vivo una vita dove cerco di rendermi il più autonoma possibile e di fare le cose più normali possibili.
La mia personalità e il mio coraggio li devo sicuramente alla mia famiglia: a mia mamma, al mio papà, all’attuale marito di mia mamma, ed ai miei fratelli. Della mia infanzia quello che ricordo in maniera assoluta è tutti i giochi che ho fatto con mio fratello naturalmente più grande, che tra maschio e femmina, e tra l’altro forse tra vedente e non vedente, forse possono sembrare strani. L’ostacolo più difficile che ho superato viene dalla scuola perché ho sempre dovuto affrontare delle difficoltà oggettive per andare avanti, come la disinformazione degli insegnanti, soprattutto gli insegnanti di sostegno che, in realtà, dovevano essere quelli più informati.
Alla vita vorrei dire grazie, per tutti i sacrifici che mi ha fatto affrontare perché sono quelli che mi fanno crescere e maturare, sempre. La vita mi ha tolto la vista, mi ha donato la consapevolezza che la vista non è tutto. Considerandola in quest’ottica, tutto si può fare anche senza l’uso degli occhi: basta non solo avere gli altri sensi, ma basta avere anche un po’ di astuzia e tutto si fa. Ma ho un altro sogno, ed è quello secondo me più importante: rendermi sempre più autonoma, sempre più indipendente per crearmi una mia famiglia, dunque avere un marito ed avere dei figli; dunque avere un’indipendenza tale da saperli accudire.

Beatrice

Ciao a tutti, sono Beatrice e sono nata in Venezuela, nel centro America, da genitori italiani che avevano un’attività commerciale, una pasticceria italiana, all’estero. La mia passione è amare e dare incondizionatamente. Quando conosco una persona mi piace prestare molta attenzione al suo tono di voce, alle sue parole e anche alla sua stretta di mano. Mi piacerebbe cambiare nel mondo l’odio e l’invidia; la cattiveria, la rabbia. Vorrei invece che ci fosse più comunicazione, più amore, più tolleranza. Il desiderio più grande di Beatrice è che tutti gli esseri umani di questo mondo possano sorridere e si possano abbracciare senza considerare politica, religione, stato sociale. La mia situazione di non vedente la vivo abbastanza bene, diciamo che mi fa andare avanti il mio carattere, il mio coraggio, la mia personalità, la mia esperienza di vita; sono molto curiosa e pertanto vado sempre avanti anche se non conosco un paese o non conosco la lingua, non conosco le persone. La mia situazione di non vedente diciamo che l’ho superata già abbastanza bene da tempo: sapevo che andava a finire così, poiché prima ci vedevo, quando ero bambina ci vedevo e pertanto conosco le forme, i colori, i paesaggi, la scrittura in nero, le figure, il volto di una persona e tutti gli oggetti possibili e immaginabili.
Coi miei occhi ho un buon rapporto anche se loro ormai non ci vedono più, però ho altri sensi, ho il mio intuito che mi aiuta tantissimo. I colori li conosco perché sono nata vedente con una malattia degenerativa e i colori mi piacciono tantissimo, diciamo che la vita senza colore non sarebbe nulla. Io dico grazie alla vita perché mi ha dato l’opportunità di esserci, di svegliarmi ogni giorno, di sorridere, di godermi il sole, di godermi le persone che amo, di godermi tutto quanto mi sta attorno e tutto quello che la vita veramente mi ha regalato. I miei sogni… i miei sogni sono tanti, logicamente quello più scontato è quello di guarire la malattia dei miei occhi e poter ritornare a vedere il mondo così come l’ho conosciuto quando ero bambina; un altro sogno è poter sentire la gente sorridere senza sforzo, un sorriso che nasce dal cuore, che ci sia armonia, che ci sia la pace, che si riesca ad amarsi nonostante le differenze.