Il tempo è un concetto relativo: fino a qualche giorno fa ci sembrava di aver a disposizione sempre troppo poco tempo per i troppi impegni e adesso… e adesso? Ora ci ritroviamo chiusi in casa, nella nostra stanza: un’occhiata ai social – che tanto ci piacevano -, una capatina in cucina, la ginnastica, la musica, i film… e poi? E poi non ci basta: abbiamo ancora troppo tempo da impiegare e troppe poche idee.
I giorni che stiamo vivendo sono un po’ un ritorno a casa, ma di quale casa stiamo parlando?
Credo sia stato per me profetico leggere ultimamente un libro molto interessante di Sergio Bambaren, I sogni dei bambini: ancora più illuminante è stato leggere una frase, tra le ultime pagine del libro, ma andiamo per ordine.
Chuck è un ricchissimo uomo d’affari, di quelli che passa più tempo a contare i soldi che possiede e quelli che potrebbe guadagnare piuttosto che godersi l’agio procuratogli delle sue tante fatiche, anzi, è anche piuttosto poco sereno e per nulla in perfetta forma fisica. Un bel giorno, per motivi inaspettati, si ritrova a fare i conti col passato, con chi era stato, con chi sarebbe potuto essere, con chi era ….
Questo libro paragona un po’ la vita ad un corridoio dove tu cammini e sei tu e soltanto tu a decidere quali porte aprire e quali no, quali porte chiudere e quale luogo abitare una volta trovata “la stanza giusta”, la “casa giusta” in cui vivere.
Non sarà mai abbastanza il tempo nelle giornate piene di lavoro come non sarà mai troppo breve il tempo nelle giornate piene di noi stessi, soltanto di noi stessi.
Il tempo, il tempo è quel qualcosa che Agostino dice “se mi chiedi che cos’è io lo so, ma se mi chiedi di spiegarlo io non lo conosco abbastanza”. Il tempo è una scatola di biscotti: se una scatola contenesse dei biscotti allora la scatola assumerebbe un certo valore, quando resta vuota, invece, la scatola può essere anche gettata via, non serve a nulla. Il tempo è come la nostra scatola di biscotti che quando lo impieghiamo in azioni che abbiano un certo valore viene valorizzato; di contro, se impiegassimo tutto il tempo non facendo nulla, ci ritroveremmo ad aver soltanto sprecato del tempo, si dice, infatti,: “devo cercare di perdere tempo in qualche modo” il che è terrificante, ma rimandiamo la questione ad un altro momento.
Noi siamo il tempo che trascorriamo, perché soltanto noi stessi possiamo dare o meno valore al nostro tempo: non annoiamoci!
Sentimento predominante, la noia, quando non si ha idea di come riempire il proprio tempo, ecco la mia definizione di noia: incapacità a restare soli con se stessi. È questo ciò che stiamo riscontrando in questi giorni: non viviamo in case troppo piccole e non siamo tristi perché ci manca il luogo di lavoro – quello forse un po’ -, ma la realtà più sconcertante è che il luogo che meno siamo abituati ad abitare non è la nostra abitazione, ma la nostra anima, noi stessi. Ecco perché il libro di Bambaren mi sembra molto illuminante in tempi quale quello attuale: l’autore ad un certo punto afferma: “la mia vera casa è dentro di me”. Potremmo pensare che questi giorni che in qualche modo ci son stati dati non siano un’inutile perdita di tempo, bensì un’occasione importante per reimparare a stare da soli con noi stessi per non rimpiangere un domani, come invece farà il protagonista del nostro libro, Chuck, gli uomini che saremo diventati.
Mi piace consigliarvi questo libro in questo periodo particolare perché, con una riflessione personale, alquanto lieve direi, e con un racconto molto semplice e diretto, è capace di innescare in ciascun lettore una domanda esistenziale: a che punto sono nel mio percorso di vita?
Per tornare alla metafora precedente, adoperata dallo scrittore stesso, del corridoio e delle porte potremmo chiederci: a quale altezza del corridoio sono arrivato? Quali porte ho chiuso lasciandomele alle spalle? Quali ho aperto? Quali vorrei riaprire? Quali non ho ancora aperto?
In tutto questo mi auguro che una sola sia la considerazione fondamentale: la stanza migliore da abitare è la nostra anima, soltanto imparando a dialogare e a star soli con noi stessi non ci annoieremo mai e soltanto così il tempo non ci sembrerà mai sprecato, la nostra vita ci parrà una scatola di biscotti e la nostra vera casa sarà dentro ciascuno di noi.
Per concludere, credo che ora più che mai ci sia stata data, volenti o nolenti una possibilità nuova: siamo soliti riempire le nostre giornate con attività imposteci, routine quotidiana, studio, lavoro… ci impongono attività e ritmi serrati; in questi giorni di quarantena possiamo decidere noi come impiegare il nostro tempo, facciamolo al meglio.